Carote color del tramonto: una torta salata



Ieri le carote del mio ortolano erano particolarmente invitanti, di un colore intenso e luminoso che mi ha ricordato quello dei tramonti che ci sta regalando questa fine estate. 

E sì, perché in questi giorni il gioco è trovare il tramonto più spettacolare e fotografarlo, naturalmente. Poi non è facile scegliere tra tante foto, ma credo che il mio preferito per ora sia questo:

Laguna di Cabras (Oristano)

Tornando alla carote… erano così allegre e fresche che ne ho comprato un mazzo enorme! Sapendo che non sarei mai riuscita a consumarlo fresco ne ho trasformato una parte in una torta salata; infatti non è ancora tempo di minestre e creme di verdure, visto che ci sono 30 gradi!
    
Pasta brisée (fatta in casa con questa ricetta o di buona qualità comperata già pronta)
carote fresche
cipolla bianca
formaggio erborinato di pecora (qui, qui e qui una ricetta con lo stesso formaggio) o gorgonzola cremoso
noci
yogurt
sale, pepe verde


Preriscaldare il forno a 180°. 
Mondare e grattugiare le carote, quindi tritare le cipolle. Sgusciare le noci e sbriciolarle grossolanamente. Tagliare il formaggio a tocchetti.
Unire questi ingredienti in una ciotola, condire con poco sale e pepe verde.
Stendere la pasta brisée e foderare una tortiera. Meglio utilizzare una tortiera apribile già rivestita di carta da forno bagnata e strizzata per farla meglio aderire.
Riempire il guscio di pasta con il misto di carote e formaggio, quindi infornare e cuocere sul ripiano centrale per dieci minuti circa, spostare poi la tortiera sul piano più basso e cuocere altri dieci minuti.
Mescolare lo yogurt con poco sale e poco pepe, estrarre la torta, versarvi lo yogurt e rimetterla a cuocere per altri dieci minuti sul ripiano più alto del forno.
Sfornare, sformare con delicatezza e servire fumante o tiepida.  
     

Palombo "fusion" con albicocche e capperi

 
Della mia nuova passione per il palombo avete già letto qui e qui
 
Ma la bella signora che ha il banco del pesce al mercato non smette di allettarmi con la sua non vasta, ma piacevole esposizione e quindi anche oggi mi sono portata a casa un chiletto di pesciolini da zuppetta e… due enooormi tranci di palombo. 

Li ho puliti dell’osso centrale, che ho conservato insieme ai pesciolini per aggiungere ulteriore consistenza al brodetto, poi ho tagliato la polpa a cubotti. 
Ispirata da una recente visita al piccolo ristorante marocchino che frequentiamo qui in città, ho voluto provare un accostamento di spezie e frutta secca anche con il pesce. Ne è venuta fuori una ricetta di contaminazione (etnica) abbastanza ben riuscita. 

Polpa di palombo pulita e tagliata a bocconi
cipolla bianca dolce
aceto rosso
uvetta passa
albicocche secche
miele
mix di spezie
capperi sott’aceto
sale, pepe verde
olio di oliva
Affettare sottilmente la cipolla bianca (in quantità a  piacere, visto che, in pratica, sarà il contorno del pesce) e farla riposare in una ciotola coperta di acqua fresca e aceto rosso per circa 20 minuti. 
Immergere l’uvetta e le albicocche in acqua tiepida per una decina di minuti, così da farle rinvenire.

Scolare i capperi dall’aceto.
In una casseruola far scaldare un poco di olio, aromatizzarlo con le spezie, pochissimo sale e un poco di pepe verde. Gettarvi le cipolle, solo parzialmente scolate, e farle stufare dolcemente, cospargerle con il mix di spezie in polvere. Aggiungere i capperi, la frutta secca (scolata molto bene e anche strizzata), un cucchiaino di miele e stufare il tutto dolcemente a coperchio chiuso fino a che le cipolle non saranno molto morbide, ma non disfatte. 

Se occorre aggiungere poca acqua in più riprese.
Togliere le cipolle dalla casseruola; mettere un po’ di olio e i pezzi di pesce. Farli inizialmente saltare, poi cuocerli pochi minuti a fuoco dolce. Unire tutte le cipolle e terminare la cottura. Non ci vorrà molto.      

Lasciar riposare almeno cinque minuti a fuoco spento e coperchio chiuso. Se occorre riscaldare brevissimamente e poi servire.

 

Finalmente, la pioggia! E per cena gnocchetti al formaggio



Fino a poche ore fa il caldo era davvero opprimente, poi, miracolo, è arrivata la pioggia… 

Non ricordavo nemmeno più com’è, la pioggia! Che meraviglia! Poi il temporale iniziale si è trasformato in tempesta, il paesaggio è diventato un acquarello sbiadito, pecore e vacche sono sparite inghiottite dalla vegetazione fradicia. 

Chissà se si è provveduto già alla vendemmia…
Ora pare tutto finito, vedremo domani.

Poco prima dell’inizio del temporale, però, ero riuscita a terminare la visita ad una piccola fiera dell’artigianato e delle specialità alimentari, dove ho assaggiato un fantastico gelato fatto con latte di pecora al gusto di fichi e noci (una bontà, una trovata fantastica!), ho assistito alla tintura di lana e stoffa con colori vegetali; ho ammirato manufatti di legno e coltelli, lavori di ricamo e tappeti e ho fatto, ovviamente, la spesa di cose buone. 





Queste sera penso proprio che il menù prevederà un bel piatto di quei minuscoli gnocchetti di pasta usciti dalle mani veloci e abili delle signore del paese con condimento di formaggio erborinato di pecora (per altre ricette con questo formaggio, potete guardare qui e qui). 

È bello mangiare a casa, con le finestre aperte sull’odore della pioggia!

La ricetta è di una semplicità disarmante, ma ve la scrivo ugualmente…


Gnocchetti sardi fatti a mano 
formaggio erborinato di pecora (tipo gorgonzola) 
latte fresco (anche di mucca, non esageriamo, suvvia…) 
alcune foglie fresche di maggiorana 
olio 
sale
Cuocere gli gnocchetti in abbondante acqua salata con l’aggiunta di un poco di olio.
Nel frattempo, in un pentolino basso, sciogliere abbondante formaggio a fuoco dolcissimissimo, mischiandolo lentamente con un poco di latte fresco (o di panna, se preferite). 

Versare gli gnocchetti nella crema di formaggio, completare con qualche foglia di maggiorana fresca e servire immediatamente.