Vogliamo gli gnocchi e anche le rose! Ma anche il finocchietto, il timo e persino l'aglio... il tutto condito con la bottarga


Gli gnocchetti di semola sono facilissimi da fare e pronti a ricevere qualsiasi condimento.
Non voglio scomodare la tradizione, ma è ovvio che in ogni paese della Sardegna se ne produce una variante nella misura o nella "decorazione". I pezzetti di pasta si passano su vetri smerigliati, sul fondo dei cesti di asfodelo, sul retro di una grattugia… e ne derivano gnocchetti piccoli, grandi e medi: alcuni davvero minuscoli e delicatissimi, altri grandi e callosi, altri con l'aggiunta di zafferano nell'impasto (per averne un'idea guardate qui).
Io li faccio da non molto e, come mio solito, non li faccio mai due volte allo stesso modo.

Questi son quelli della scorsa settimana:























Questi quelli di oggi:



Sembrano piccole rose… d'altro canto siamo a maggio e quindi cosa potremmo chiedere di meglio?

Semola rimacinata di grano duro Cappelli
acqua 
olio extravergine di oliva
timo fresco
sale

fave freschissime
aglio selvatico (o cipollotto)
finocchietto fresco
olio extravergine di oliva
sale
pepe verde

bottarga di muggine

Impastare la semola (con 200 grammi si fanno abbastanza gnocchetti da mangiare in due e persino in tre, a seconda del condimento) con acqua a temperatura ambiente, un pizzico di sale, un po' di olio e foglioline di timo appena colte. 
Le foglioline di timo - che io uso spesso quando faccio la pasta - sono abbastanza piccole da non dar fastidio e, nello stesso tempo, donano un profumo tutto particolare al piatto.

Quando l'impasto è liscio ed elastico formare una palla, avvolgerla in pellicola per alimenti e conservarla in frigorifero.

Intanto sbucciare le fave e separare le più piccine. In una padella scaldare un po' di olio e aggiungere cipollotto o aglio selvatico tritato. Gettarvi le fave e rosolarle brevemente, salare leggermente, pepare e far poi stufare aggiungendo pochissima acqua (o brodo vegetale) per volta.

Le favette più piccole invece vanno lessate in acqua leggerissimamente salata (non ci vorrà molto tempo) e tenute da parte.

Grattugiare la bottarga (quantità a piacere).

Formare gli gnocchi: prendere la pasta, suddividerla in almeno otto parti e lavorare una sola parte per volta, tenendo le altre avvolte nella pellicola. 
Formare sulla spianatoia dei lunghi "spaghettoni", dividerli in tocchetti grandi come l'unghia di un mignolo con un coltello, quindi passare ogni frammento su una superficie che possa donare un decoro carino. Come dicevamo prima va bene una grattugia, l'attrezzino di legno per gli gnocchi di patate, un gratta-aglio…

Cospargere un tagliere di semola e disporvi gli gnocchetti ad asciugare.

Quando le fave stufate saranno ben cotte frullarle con un po' di acqua bollente, un po' di olio, la bottarga e un po' di finocchietto fresco. Si otterrà una crema che andrà tenuta in caldo e alla quale andranno aggiunte la fave più piccole intere.

Lessare gli gnocchi in acqua salata con l'aggiunta di un po' di olio. Scolarli e mantecarli con la crema di fave e bottarga aiutandosi con un paio di cucchiai della loro acqua di cottura. Servire immediatamente.



4 commenti:

  1. Mammamia questa ricetta! E che capolavoro di bellezza questi gnocchi! Ma cosa hai usato?

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    1. Cara Flandilatte,
      mi fa piacere che ti sia piaciuta la ricetta!

      Per decorare gli gnocchi in questi giorni sto sperimentando la mia collezione di gratta-aglio di terracotta.
      Ne ho diversi sia qui sull'isola, sia nella cucina della metropoli, che ho acquistato durante vari viaggi. Essendo fatti a mano, ognuno lascia un'impronta diversa.

      D'altra parte mi hanno detto che la casalinga deve avere animo pratico e realizzare quello che deve con quello che ha...

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  2. bellissimo blog, mi piace come scrivi e ciò che scrivi. Bella ricetta, posso chiederti dove trovi la semola di grano Capelli? grazie mille
    Gio'

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    1. Grazie mille per i complimenti :-)

      In Sardegna, dove vivo, il grano duro Cappelli è il grano "per eccellenza".
      Non si trova proprio in tutti i negozi, ma in questi ultimi anni sta aumentando la consapevolezza che utilizzare un prodotto di qualità e di produzione locale è sempre la scelta migliore. Della buona semola si trova quindi in negozi di alimentari specializzati, oppure nei mercatini della Coldiretti, o si può acquistare con facilità direttamente presso i produttori.
      E, di certo, il (minimo!) costo in più rispetto a farine di dubbia provenienza viene compensato dalla bontà del prodotto finito

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