Oggigiorno tutti conoscono l’hummus, per averlo assaggiato
durante un viaggio, o in un “ristorante etnico” o di cucina fusion. Si tratta di una crema di ceci e di pasta di
semi di sesamo con olio, aglio, limone e spezie. Le versioni però sono
moltissime; non esiste una sola ricetta e le personalizzazioni sono infinite.
La diffusione poi è vasta: dall’Egitto al Libano – dove si dice sia nato –
attraverso Turchia, Siria, Giordania, Palestina... Climi e tradizioni diverse, diverso uso delle
spezie.
Molti credono che prepararlo sia una cosetta da nulla; si
apre un barattolo di ceci precotti e li si frulla nel bicchiere del mixer insieme con
tutti gli altri ingredienti. Ma, in realtà, se l’hummus è preparato con materie
prime di ottima qualità e con un procedimento lento il sapore cambia. Eccome.
Se, poi, con il tempo e la pratica, si stabilisce, attraverso il proprio gusto,
il giusto equilibrio tra il limone e la salsa di sesamo, tra la quantità di
aglio e quella della propria miscela di spezie preferite... non si riuscirà più
a farne a meno.
Per le proporzioni un’ottima guida è la ricetta a pagina 151
del bellissimo libro Pop Palestine.
Viaggio nella cucina popolare palestinese, edito da Stampa alternativa nel
2016 (ne parlo diffusamente qui, se volete dare un’occhiata).
I ceci devono essere di ottima qualità; vanno messi a mollo,
in abbondante acqua pulita, in una grande ciotola, 24 ore prima dell’uso (in
questo modo si riducono i tempi di cottura) e successivamente lessati fino a
che non siano teneri – ma non disfatti! – in acqua con sedano, carota e cipolla
e niente sale.
I limoni da utilizzare devono essere freschi, sugosi e il
succo va filtrato; l’olio è meglio che sia un buon extravergine di oliva.
I semi di cumino – se li usate – vanno pestati nel mortaio,
non frullati e le altre spezie – io, per esempio, aggiungo il fieno greco –
vanno aggiunte pian piano, assaggiando. Anche la quantità di pasta di sesamo (tahine) da aggiungere è soggetta al
gusto personale. L’aglio va comunque crudo; se ha il germoglio centrale bisogna
eliminarlo.
La decorazione finale prevede in genere alcuni ceci interi e
prezzemolo tritato. Un’ultima cosa, che è molto importante: hummus è una parola araba che significa ceci: quando si dice hummus si intende
perciò sempre comunque e solo ceci con tahine,
limone, aglio e spezie; la parola non indica altre salse a base di altri legumi
come fave, lenticchie o fagioli.
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