Chutney di mele cotogne




I chutney sono salse indiane (in Hindi si chiamano chatni) che accompagnano la gran parte dei pasti nella gran parte del Subcontinente indiano. Possono essere freschi o cucinati a lungo, più o meno densi, gelatinosi o semiliquidi, e sono composti da una gran varietà di ingredienti. Spesso mescolano frutta e verdura, ma tutti sono agrodolci e speziati. I britannici, durante il periodo coloniale, hanno fatto del chutney una tipicità anglosassone: ne hanno anglicizzato il nome e lo hanno reso celebre e diffusissimo (un barattolo di mango chutney l'avrete visto tutti di sicuro) in tutti gli angoli del mondo. Sui maggiori dizionari online di lingua inglese si può leggere: 

Definition of chutney

1.        a thick sauce of Indian origin that contains fruits, vinegar, sugar, and spices and is used as a condiment

2.        a mixture containing fruit, spices, sugar, vinegar eaten cold with especially meat or cheese






Detto questo, la via della fantasia applicata al chutney è libera. Io amo i chutney in cui alla frutta e alle spezie si mescolano le cipolle che, tutto sommato, sono le più dolci delle verdure. Quello di oggi è di mele cotogne e cipolle.



Le cotogne – che possono essere “mele” o “pere” a seconda della varietà dell’albero della famiglia delle Rosacee, genere Cydonia, che dà vita a due forme leggermente diverse del frutto – sono originarie, come le più comuni mele, dell’Asia Minore. I Greci evidentemente le apprezzavano, poiché pare che i mitologici frutti d’oro del Giardino delle Esperidi, legati alle fatiche di Ercole, fossero proprio loro. Le amavano per il delicato profumo di certo, perché il sapore del frutto crudo, anche se maturo, è davvero… difficile. Aspro, astringente, granuloso, allappante. Insomma, la mela cotogna dev’esser cotta e addolcita con zucchero o miele, altrimenti diventa “medicina”, così come la consideravano nel Medioevo, quando era consigliata come purgante, ma anche come antiveleno.



Oggi non si trovano tanto facilmente; sono scarsamente coltivate per scopi commerciali e si vedono, per un breve periodo, più che altro nei mercati. Quelle che ho usato io vengono direttamente dall’albero di amici, che le hanno raccolte in tutta fretta in previsione delle piogge (che si sono regolarmente presentate) poiché sono frutti coriacei e resistenti, sì, ma fino a un certo punto. La cosa positiva è che sono frutti climaterici, ovvero che continuano a maturare anche se staccati dall’albero.



Le mie erano molto profumate, ma ancora belle toste e l’occasione per trasformarle in chuntney è stato l’invito a una cena a base di agnello al quale cercherò di convincere tutti ad abbinarlo. Ci riuscirò?



500 g di mele cotogne mondate, sbucciate

250 g di cipolle bionde mondate

150 g di zucchero di canna grezzo

150 g di aceto di mele

1 cucchiaio d’acqua

succo di 1 piccolo limone

1 cucchiaino da tè di sale fino

circa mezzo pollice (inteso come volume del pezzetto da grattugiare) di zenzero fresco

½ cucchiaino da caffè di peperoncino in polvere





Dopo aver mondato e sbucciato le cotogne ridurle a dadini.

Affettare sottilmente le cipolle. Sistemarle in una casseruola dai bordi alti e dal fondo spesso.
 
Versare lo zucchero, il sale e l’aceto e l'acqua in una ciotola; mescolare per qualche minuto, poi versare il tutto sopra cotogne e cipolle.



Mettere sul fuoco e cuocere per circa mezz’ora mescolando ogni 5 minuti circa.



Aggiungere il succo di limone e lo zenzero sbucciato e grattugiato finemente con l’apposita grattugia e poi il peperoncino. Assaggiare e, eventualmente, regolare di sale.



Mescolare, allontanare dal fuoco e passare con un frullino a immersione. Io non ho insistito troppo e ho lasciato una consistenza piuttosto grossolana, ma è una questione di gusti.



Versare il chutney in un barattolo pulito (lavato con acqua bollente o, se preferite, anche sterilizzato, anche se non è strettamente necessario), chiudere e lasciar raffreddare a testa in giù.



Meglio lasciar riposare qualche giorno prima di utilizzarlo.













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