Per tradizione nella mia famiglia d’origine Natale si mangia oca arrosto.
E per cucinare l’oca serve una pentola magica: di alluminio, ellittica, con due piccoli manici e un coperchio ben calzante; meglio se tutta ammaccata dagli anni. Un oggetto di famiglia, insomma.
Chiaro che non tutti la possono avere, però ne potete comperare una nuova e iniziare una tradizione; le vendono ancora e sono utili per cucinare tutto il pollame in modo perfetto.
Un’oca spiumata ed eviscerata (senza testa, ma con il collo) di almeno 4 chili
erbe aromatiche fresche (alloro, timo, maggiorana, mirto, rosmarino, salvia)
una piccola cipolla
alcune fette sottili di pancetta tesa non affumicata (o guanciale) più una fetta spessa
olio extravergine di oliva
scorza di mezzo limone
vino bianco secco
una piccola mela
sale
pepe
un poco di aceto
Controllate che l’oca sia perfettamente spiumata e, per sicurezza, strinite sul fornello le eventuali piumette o radici di penne che possano dare fastidio una volta cotta. Non eliminate assolutamente le parti grasse, che si trovano principalmente vicino alla coda.
Lavatela sotto l’acqua corrente, quindi prendete un pugnetto di sale fino, intridetelo di aceto e massaggiate l’animale (sia dentro che fuori), quindi fate in modo di togliere tutto il sale in eccessostrafinando con carta da cucina.
Prendete una fetta spessa di pancetta o guanciale e tritatela con una mezzaluna insieme alle erbe aromatiche fresche, alla scorza di limone e alla cipolla, quindi cospargete con questo trito sia l’esterno sia l’interno dell’oca.
Introducete all’interno anche una piccola mela e, volendo, un ramo di salvia e uno di rosmarino interi, quindi cucite le aperture con un filo di cotone bianco da cucina (non tinto e non sbiancato).
A questo punto inserite l’oca nella mitica pentola, quindi ponetela sul fornello e fatela rosolare da tutti i lati rigirandola spesso; quando è ben dorata bagnatela con del vino bianco secco, toglietela dal fornello e, stando bene attenti a non scottarvi, bardatela con le fette di pancetta tagliate sottili.
Bagnatela con poco olio, chiudete bene il coperchio della pentola e inseritela nel forno che avrete già scaldato a 180°.
Deve cuocere per almeno due ore, ma deve essere girata al massimo ogni 30 minuti; se vi rendete conto che il grasso sottocutaneo e l’aggiunta di pancetta non bastano e l’oca si sta seccando un po’ troppo, aggiungete un po’ d’olio o qualche dadino di pancetta. Ad ogni controllo bagnate con poco vino bianco.
Allo scadere del tempo togliete la pentola dal forno, scoperchiate e fate rosolare ancora un po’ l’oca sul fornello (lo so, purtroppo l’odore sarà un po’ invadente, ma, se chiudete la porta di cucina, vi mettete sciarpa e cappello e state per una mezz'ora con le finestre spalancate, tutto si aggiusta).
Estraete finalmente l’oca arrosto dalla pentola e adagiatela su un bel piatto da portata, fate il vostro ingresso trionfale in sala da pranzo, fatevi fare i complimenti.
Quindi tornate subito in cucina e smembrate “in privato” l’oca prima di servirla; è un consiglio spassionato per salvaguardare la tovaglia natalizia e i commensali, perché le oche non si lasciano fare a pezzi tanto facilmente, nemmeno da cotte.
Estraete finalmente l’oca arrosto dalla pentola e adagiatela su un bel piatto da portata, fate il vostro ingresso trionfale in sala da pranzo, fatevi fare i complimenti.
Quindi tornate subito in cucina e smembrate “in privato” l’oca prima di servirla; è un consiglio spassionato per salvaguardare la tovaglia natalizia e i commensali, perché le oche non si lasciano fare a pezzi tanto facilmente, nemmeno da cotte.