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Primi d’Italia: a settembre a Foligno una
manifestazione da non perdere
Primi d’Italia è un
festival nazionale dedicato ai primi
piatti italiani. La XX edizione si terrà da giovedì 27 settembre a domenica 30
settembre 2018 nel bellissimo centro storico di Foligno, in provincia di
Perugia. La manifestazione si prefigge di festeggiare e promuovere la cultura del primo piatto italiano. Quindi
pasta, riso, ma anche polenta, zuppe, gnocchi di ogni tipo, minestre e gli
ingredienti locali indispensabili per realizzarli saranno protagonisti di una
vera e propria maratona culinaria cui parteciperanno grandi nomi della cucina
italiana e il pubblico chiamato ad assistere a dimostrazioni e a partecipare a
degustazioni.
Aifb e Primi d’Italia
Grazie alla Associazione Italiana Food Blogger quest’anno sono stati selezionati venti foodblogger – uno
per ogni regione – perché partecipassero virtualmente alla kermesse attraverso
la pubblicazione sul proprio blog e i propri canali social di una ricetta
tipica di un primo piatto della propria zona. Io rappresento la Sardegna.
Pasta e padella!
L’organizzazione mi ha
fatto recapitare a casa una meravigliosa “padella a mantecare” professionale di
Pentole Agnelli: un oggetto semplice e funzionale, che credo proprio diventerà
uno dei miei attrezzi di cucina preferiti, anche perché c’è il mio nome – o,
meglio, il nome del blog – inciso sopra. Non solo! L’altro generoso sponsor
dell’iniziativa, il pastificio avellinese Antica Maccheroneria, ci ha regalato
un assortimento dei propri formati, normali e integrali: tutti bellissimi e
tutti da assaggiare in abbinamento a un sugo scelto ad hoc.
Primi d’Italia: la scelta dell’Orata Spensierata
Come dicevo, io sono stata
scelta in rappresentanza della Sardegna e ho deciso da subito di presentare un
piatto di pasta tradizionale. Non è stato facile scegliere: dai semplici
gnocchetti fino alla fregula, passando per i culurgiones, la Sardegna offre una varietà di paste incredibile!
Però poi ho deciso per le lorighittas:
una pasta elegante, dalla forma particolare, non molto diffusa, tipica di un
piccolo paese dell’Oristanese: Morgongiori.
Il nome significa anello, dal sardo loriga, evidentemente per la forma. Nelle lorighittas nulla è semplice; l’impasto – di sola semola, acqua e
sale – deve esser perfetto, elastico e resistente, altrimenti la lavorazione
rischia di diventare impossibile. Ci vuole poi una certa abilità manuale e di
sicuro serve mooooolta pratica. Beh... ho voluto cimentarmi! Ho guardato più
volte questo video di Pasta Grannies con la signora Cesaria, splendida
novantatreenne, e poi ho provato provato provato.
Sono abbastanza soddisfatta
del risultato (ancora lontano dalla perfezione, in ogni caso...) che vi
presento qui di seguito. Le mie lorighittas
sono condite con un sugo “di festa”, quello tradizionale presentato anche nel
video, che le può trasformare tranquillamente in un gustoso piatto unico: il
sugo di pollo ruspante. Le dosi sono sufficienti per quattro persone di robusto
appetito o per sei un po’ meno mangione.
La ricetta delle lorighittas
con sugo di pollo ruspante
500 g circa di semola di grano duro rimacinata finissima
acqua q.b.
sale q.b.
1 pollo ruspante (tassativo che lo sia!) intero, con i fegatini
5 pomodori da sugo ben maturi
300 g circa di passata di pomodoro casalinga
5 pomodori secchi sotto sale
1 piccola cipolla bionda
1 piccola carota
½ gambo di sedano
vino rosso robusto
olio extravergine di oliva
1 foglia fresca d’alloro
qualche foglia di mirto fresca
Prima tappa: preparare le lorighittas.
Si fa in anticipo perché la pasta deve seccare per qualche giorno, all’aria,
possibilmente in un cesto coperto da un telo. Setacciare la semola sulla
spianatoia, aggiungere un po’ di sale, un po’ di acqua e iniziare a impastare.
Aggiungere via via tanta acqua quanta ne serve per avere un impasto compatto,
ma molto elastico e molto liscio. Lasciarlo riposare in frigorifero avvolto in
pellicola per alimenti per almeno un paio d’ore. Riprendere la massa,
impastarla di nuovo brevemente, quindi ricavare un lungo "spaghetto" il più possibile
regolare e avvolgerne un capo su indice, medio e anulare per due volte;
chiudere con una leggera pressione rompendo lo spaghetto e poi intrecciare i
due anelli tra loro. Ripetere fino a esaurimento dell’impasto. Lasciar
asciugare le lorighittas in pace.
Nel frattempo dedicarsi al condimento. Se riusciste a procurarvi un gallo
sarebbe ancora meglio, ma è in genere una carne che non viene commercializzata;
quindi bisogna accontentarsi di un bel pollo ruspante. Intero. Con le
interiora. Che andranno usate. Eliminare zampe e testa, quindi tagliare il
pollo in pezzi il più regolari possibile. Rimarranno per forza di cose intere
le cosce (parte bassa) e le ali. Non togliere la pelle. Lavare bene le
interiora, pulire accuratamente lo stomaco ed eliminare la sacca del fiele
senza romperla. La carcassa può essere utilizzata per un brodo con sedano,
carota e cipolla da utilizzare per altre ricette.
Tritare finemente sedano, carota, cipolla, pomodori secchi ben sciacquati
e far appassire il tutto in una pentola di dimensioni adeguate con olio
extravergine di oliva (non ne servono più di due cucchiai). Aggiungere i pezzi
di pollo, mescolare perché si insaporiscano. Bagnare con circa mezzo bicchiere di
vino rosso robusto e lasciarlo evaporare.
Mondare i pomodori freschi, tagliarli a pezzi e aggiungerli al pollo.
Dopo una decina di minuti aggiungere la passata di pomodoro, la foglia di
alloro e il mirto e lasciar cuocere a fuoco dolcissimo a pentola coperta per
almeno un’ora e mezza, mescolando di tanto in tanto. Aggiungere i fegatini
tritati finemente quasi a fine cottura; servono per addensare il sugo e dare
più sapore. Il tempo di cottura varia, ovviamente, in base alla qualità della
carne del pollo: se si tratta di un vero pollo ruspante una cottura così lunga e
lenta lo renderà morbidissimo e saporitissimo senza “disfarlo”.
Tanto che, dopo
quel tempo, le ali e le cosce potranno essere recuperate ancora intere e spolpate
per aggiungerle al ragù (un’altra opzione è quella di lasciarle intere e
aggiungerle ai piatti, a fianco delle lorighittas;
io ho preferito spolparle).
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata mescolando spesso. Se le lorighittas sono ben fatte non si
apriranno, né si deformeranno.
Trasferire il sugo nella “padella per mantecare”, aggiungere le lorighittas appena scolate - non
dovrebbe servire aggiungere acqua di cottura - e far saltare per amalgamare
bene il tutto. Servire immediatamente.
Che bella ricetta! Che bello leggere di un pollo intero a cui tagliare testa e zampe, a cui eliminare con attenzione la sacchetta del fiele. Chi lo fa più? Mi ricordo che da bambina mi sedevano in cucina a spiumare qualcosa, una gallina, una pernice, dei tordi. Quante cose abbiamo perduto.
RispondiEliminaLe lorighittas sono un capolavoro e le fotografie bellissime come sempre. Complimenti.
Grazie! Vero: non è facile trovare ancora un buon macellaio che ti proponga un pollo intero da pulire è che sia veramente ruspante. Ma... per fortuna viviamo in Sardegna!
EliminaNon conoscevo la ricetta di questo meraviglioso primo...mi fa ritornare indietro nel tempo la preparazione del condimento...sapori quasi dimentitati!
RispondiEliminaComplimenti
Grazie! Se ho suscitato bei ricordi sono ancora più contenta!
EliminaSempre, sempre bravissima!!!
RispondiEliminaGrazie, cara! Detto da te vale doppio
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