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Il findeu di Claudia Casu - foto di Orata Spensierata |
Sono arrivata viva fino in
fondo. Siamo, anzi!
Carrelas 2019
chiude con un bilancio più che positivo con all’attivo una strepitosa lezione
di pasta fresca tradizionale sarda e di design terminata con un pranzo graditissimo;
una mostra di artigianato artistico allestita magistralmente e piena di pezzi originali
e bellissimi; una conferenza con interventi perfettamente condotti e densi di
significato; un buffet a base di paste sarde rare; una dimostrazione della
lavorazione di alcuni formati di pasta; diversi bicchieri di vino, ma anche
tisane allo zafferano; molte nuove conoscenze e molte conferme di legami di
amicizia che, sebbene giovani, si mostrano solidi e confortanti.
Spiego meglio cosa è Carrelas
per chi fosse stato distratto…
Il progetto Carrelas – Le
vie del gusto è nato da una mia esigenza personale a lungo covata: “fare
qualcosa” a Sassari, piccola città in cui vivo, che – secondo me – è un po’…
opaca in ambito enogastronomico. Questo qualcosa
non doveva essere un banale corso di cucina, o una manifestazione come molte
altre dove vengono offerti assaggi gratuiti di cibi spesso discutibili e che
poco hanno a che fare con la tradizione. Desideravo che l’iniziativa
valorizzasse la storia e la cultura del cibo, oltre che il cibo stesso.
La spinta è stata la
conoscenza fortuita su Internet di Claudia
Casu che, pur sassarese di nascita, vive da molti anni a Tokyo, dove ha
aperto una scuola di cucina sarda, il Sardegna Cooking Studio, che
riscuote un grandissimo successo.
Insieme – collaborando a
distanza e diventando via via più amiche – abbiamo inventato nel 2018 il Pasta Weekend – pasta fresca vs pasta secca. La manifestazione era tutta dedicata
alla pasta in un divertente gioco di contrapposizione tra la pasta secca
industriale e la pasta fresca fatta in casa. Durante la prima giornata, un cuoco
professionista ha mostrato come cucinare al meglio diversi formati di una pasta
secca di altissima qualità e ha spiegato ai presenti come sfruttare gli ingredienti
assecondando le loro potenzialità per poter portare in tavola un piatto di
pasta gustoso, originale e perfettamente cucinato. La seconda giornata ha visto
protagonista Claudia Casu, che ha insegnato ai corsisti come fare la pasta di
sola semola, acqua e sale secondo la tradizione sarda. Durante il laboratorio
Claudia è partita da zero per facilitare i meno esperti e ha illustrato i
metodi di lavorazione della pasta casalinga e ha insegnato a modellare tre
formati di pasta tradizionale sarda di cui uno ripieno. La pasta prodotta è
stata poi cucinata e degustata durante un pranzo comune.
Quest’anno, spronate dalla
buona accoglienza ricevuta, abbiamo osato di più, e abbiamo abbinato alle
lezioni di cucina anche una mostra di artigianato artistico e una conferenza. Claudia
Casu ha infatti inserito Sassari come unica tappa italiana del tour che la
porta in giro per il mondo a insegnare la pasta sarda e i suoi significati e
che fa parte del progetto Pastas antìgas de Sardigna. Carrelas è diventato così Carrelas 2019. Le vie del gusto – Pastas
antìgas de Sardigna - dal 18 al 20
ottobre.
Perché parlassero a noi e al
pubblico, riunito nella saletta conferenza della storica libreria
Dessì di Sassari – bellissimo
luogo, in un palazzo antico del centro storico, aperto ai quattro venti della
cultura, permeato del buon gusto della proprietaria Chicca Pulina e amatissimo dai sassaresi – abbiamo coinvolto due
stimate professioniste: Cristina Muntoni e Cristina Nadotti.
Cristina
Nadotti
è giornalista di Repubblica.
Si è occupata di cooperazione internazionale ed è stata inviata in aree di
crisi; oggi lavora alla cronaca nazionale. È stata insegnante e docente del
Master di Giornalismo presso l’Università
di Sassari. Da sempre viaggiatrice appassionata, ha condotto rubriche
sul tema a Radio Capital
e ha collaborato con siti e riviste specializzate. Per gli inserti tematici e
il sito di Repubblica ha scritto di turismo enogastronomico e cultura del cibo.
Cristina
Muntoni è scrittrice, docente e
ricercatrice di storia della sacralità
femminile e studiosa di antropologia
concettuale; ha esercitato per diversi anni la professione di avvocata e
ha insegnato presso le università di Cagliari e Sassari. È autrice di numerose
pubblicazioni in tema culturale, storico e sociale e sulla storia delle donne,
nonché Ambasciatrice del Turismo
d'Affari del Principato di Monaco.
Sabato 19 ottobre dalle 17, le due Cristine,
introdotte da Claudia, hanno parlato di storia della pasta (anzi dell’impasto!)
fin dagli albori dello sviluppo del genere umano. Ci hanno condotto da una
parte nel mondo affascinante dei significati simbolici del lavoro legato al
cibo e svolto dalle donne; dall’altra nello sviluppo della produzione della pasta
e del senso che oggi diamo a questo alimento. La trasmissione del saper fare da
donna a donna tra le mura domestiche; la nascita dell’industria della pasta
movimentata da una tecnologia sempre più sofisticata; il valore nutrizionale di
una buona pasta nell’ambito della dieta mediterranea; il valore della pasta nel
mondo, sia economico, sia simbolico.
Claudia nel frattempo non
stava certo con le mani in mano: nel suo bellissimo grembiule tradizionale da
lavoro ha affascinato tutti modellando diversi formati di pasta di semola e
acqua – andarínos de Usini, filindéu de Barbagia, ciciónes e lorighittas di Morgongiori – utilizzando
strumenti tradizionali e disponendoli su un fundu
(un piano circolare intrecciato strettamente con una tecnica caratteristica dei
paesi del centro Sardegna partendo dalle foglie di asfodelo).
Tutto questo circondati dagli oggetti unici esposti
nell’ambito della mostra Arti-janas_Come nei campi d’autunno, a cura dell’associazione culturale Il Colombre con la collaborazione di Associazione
culturale Contemporanea, focalizzata su alcuni manufatti realizzati da donne
tessitrici e ricamatrici nell’ambito di un articolato progetto già in atto da
tempo. Per Carrelas di quest’anno infatti ho cercato la… complicità di nuovi
amici, Ilaria Mura e Daniele Salis, che hanno subito accolto
con grande entusiasmo (e un po’ di incoscienza a fidarsi di me) l’idea di “circondare
di bello” il nostro parlare di cibo e il nostro insegnare la tradizione della
pasta.
La mostra è stata inaugurata venerdì 18 ottobre – ed è
stata visitatissima in tutti e tre i giorni di apertura – con le opere delle
artigiane Giovanna Bonu (che tesse su
telaio manuale filati preziosi e oggi quasi introvabili come il lino grezzo,
coltivato, raccolto, lavorato in Sardegna); Giuliana
Rais (esperta di tessitura e tintura
vegetale, che quest'anno ha creato una collezione chiamata istrazzu); Annalisa Zarelli (ceramista che
usa la tecnica del colombino per
creare sculture, lampade e oggetti di uso quotidiano) e Maria
Grazia Saba (che si
dedica al ricamo caratteristico della zona di Oliena,
rielaborando i disegni floreali tipici della tradizione sarda).
Dopo la conferenza ci siamo tutti trasferiti nella
sala ricevimenti di Crema & Cioccolato, elegante bar gelateria di largo Cavallotti. Un
locale, proprio accanto alla libreria, che nel giro di pochissimo tempo è
entrato nel cuore di chi frequenta il centro storico della città grazie alla bella
accoglienza che Antonio Pinna e Francesca Righi riservano a tutti,
compresi i bambini, per i quali è stato allestito un apposito spazio. Qui ho
organizzato una cena a buffet, che, oltre alle buone cose della bottega di Adelaide e Valentina
in via Capo d’oro e di quella di Antonello in viale Pascoli, ha offerto l’assaggio
dei meravigliosi andarinos usciti
dalle mani sapienti delle ottuagenarie signore di Usini Benedetta e Angela Pani. Li abbiamo conditi
con uno strepitoso (lasciatemelo dire!) ghisadu tradizionale preparato dalla nostra Claudia Casu con la carne della bottega di
Pietro, che ha la sua macelleria nel quartiere di Sant’Orsola.
Domenica 20 ottobre
alle 9 del mattino Claudia e io
eravamo già intente a disporre sulla grande tavola per impastare i grembiuli e
i teli per i partecipanti alla lezione di pasta fresca e a preparare gli
ingredienti necessari per la pasta e per i dolci. La lezione ha preso il via puntualmente
alle 10 con presenti i corsisti ma non solo. Infatti erano con noi tutti e tre
i nostri sponsor: Mario Bagella di Vini 1Sorso; Sonia Galleu del Molino Galleu;
Leonardo Sechi per Nurkara Sardinian Lyo-food, che hanno spiegato la natura dei
loro prodotti e la filosofia che sostiene le loro imprese.
Il Molino Galleu di Ozieri,
in provincia di Sassari vanta una lunga tradizione; esiste fin dal 1922 ed è
arrivato, di generazione in generazione, di tappa in tappa fino a oggi trattando
solo grano sardo certificato lungo tutta la filiera. Non solo: presso il mulino
c’è anche un museo con moltissimi attrezzi d’epoca e un mulino a
palmenti, nonché pietre molari di epoca romana.
Vini
1Sorso di Leonardo Bagella è
un’impresa giovane, ma con una tradizione che risale alla fine del XIX secolo. I vigneti si trovano tutti nel
territorio di Sorso (a pochi chilometri da Sassari), in terreno sabbioso e
calcareo, esposti ai venti salmastri. Le vigne non vengono irrigate e nemmeno
diserbate, lasciando così intatto un contesto naturale che non solo garantisce
l’altissima qualità dei vini, ma permette di godere di un panorama di una
bellezza incomparabile.
Nurkara
Sardinian Lyo-food di
Villanova Monteleone (Sassari) è un progetto in cui la tradizione si fonde con
la ricerca e l’innovazione per ottenere uno zafferano di altissima qualità. Lo
zafferano Nurkara vanta le qualità originali del prodotto fresco, ma è l’unico
in Italia a essere liofilizzato e confezionato con un innovativo processo di
conservazione che mantiene integri gli stimmi e le loro proprietà
organolettiche.
Sotto la direzione di
Claudia, ottima maestra (proprio come quelle di una volta!), tutti i corsisti
hanno dato fondo alle loro abilità di pastai – nessuno era veramente un
principiante quest’anno – provando e riprovando la consistenza dell’impasto tra
le mani; una delicata malleabilità che si fonde con la naturale resistenza della
semola sarda di alta qualità come quella Galleu. Tante risate, tante prove con
i ferretti che servono per ottenere i macarrones
de ferrittu (detti anche, in altre zone della Sardegna, maccarrones de busa) che sono stati
realizzati per noi dalla coltelleria di Luciano in piazza Tola. Tanta abilità
nel modellare i macarrones infiorados che, invece, non sono una
pasta della tradizione, ma una “pasta di design” ideata da Claudia, la quale ha
unito la sua vocazione di maestra di pasta con la sua formazione di designer.
Non
potevamo farci mancare il dolce: ecco quindi che con la stessa semola, un po’
di strutto e zucchero, Claudia ha insegnato come ottenere un pasta frolla
leggera e friabile, saporita e perfetta per contenere un delicato ripieno di menjar blanc fatto con latte fresco,
zucchero, amido e scorza di limone. Sia la pasta frolla, sia la crema sono
stati impreziositi dai profumatissimi pistilli di zafferano Nurkara.
Brindare?
È sembrato a tutti più che doveroso. A me più di tutti… un bicchiere
dell’ottimo Vermentino di 1Sorso mi ha aiutato non solo ad apprezzare il pranzo
che abbiamo organizzato dopo la lezione con le paste e i dolci appena
preparati, ma anche a sciogliermi dopo tre giorni di lavoro intensissimo e di
tensione per l’incertezza della riuscita del progetto.
Riuscito?
Sì, dai.
Per
completare vorrei ringraziare tutti. Quelli che ho già citato esplicitamente e
chi mi ha dato una mano per mille altre cose: Cristina che mi ha prestato i
bellissimi cesti e i delicati teli della tradizione sarda per gli allestimenti;
Roberto e Clelia e Maria per il lavoro svolto durante la mostra e l'evento in generale; Tore per la pazienza del prova-e-riprova della stampa delle
locandine e dell’altro materiale grafico.
Poi
i giornalisti delle due principali testate isolane, La Nuova Sardegna e L’Unione
sarda, che ci hanno dato credito e spazio. Qui i loro articoli:
E quelli di tutte le altre testate
on line locali che hanno parlato di noi.
E,
naturalmente, voglio ringraziare Andrea che non solo mi ha scarrozzata su e giù
per la città portando pesi e valutando acquisti, ma mi ha anche fornita di un
cavetto funzionante per il proiettore! E che, soprattutto, mi sopporta e mi
supporta ogni giorno.
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