Abbiamo un
amico che ci regala uova strepitose. Galline e anatre scorrazzano all’aperto
per la sua campagna producendo queste uova belle, grandi, con il guscio spesso
e il tuorlo giallo intenso che sono buonissime consumate da sole, ottime per
fare la pasta.
Quelle che ho utilizzato per questa ricetta sono uova di anatra;
hanno il guscio verde, sono leggermente più allungate di quelle di gallina e
pesano mediamente di più. Le ho impastate con la semola rimacinata di grano
duro ricavandone una specie di pappardelle tagliate a mano, che ho poi condito
con il cavolo nero.
Per 4
persone:
400 g di
semola rimacinata di grano duro
3 uova di
anatra
1 pizzico
di sale
acqua
tiepida q.b.
1 pianta di
cavolo nero non tanto grande
brodo
vegetale
1 carota
½ gambo di
sedano
3 pomodori
secchi sotto sale
½ cipolla
1 spicchio
d’aglio
olio
extravergine di oliva
sale
peperoncino
Pecorino
semistagionato
Setacciare
la semola sulla spianatoia di legno e formare una fontana. Rompere le uova
nell’incavo, aggiungere un pizzico di sale e cominciare a mescolare con una
forchetta. Aggiungere un po’ di acqua tiepida e impastare con le mani. Lavorare
la pasta aggiungendo, se serve, ancora un po’ di acqua tiepida fino a ottenere una
pasta liscia ed elastica. Formare una palla e lasciarla riposare sul piano di
lavoro, coperta con una ciotola rovesciata.
Nel
frattempo mondare il cavolo nero e tagliarlo a striscioline sottili. Sciacquare
bene i pomodori sotto sale e poi frullarli con sedano, carota, cipolla e aglio.
In una casseruola
scaldare 3 cucchiai di olio extravergine di oliva, aggiungere le verdure e
farle scaldare. Salare leggermente, quindi unire il cavolo nero, lavato ma non
asciugato, e 3 mestoli (circa) di brodo vegetale bollente. Far stufare a fuoco
dolcissimo.
Riprendere
la pasta, dividerla in una decina di pezzi. Lavorarne uno per volta: appiattirlo
sommariamente con le mani abbozzando una forma più o meno rettangolare e poi lavorarlo
con la macchinetta tirasfoglia. Dopo un paio di passaggi ricavare delle strisce
lunghe più o meno 30 centimetri e non troppo sottili (la mia macchinetta era
impostata sulla tacca numero 4).
Ritagliare da ogni sfoglia delle pappardelle
larghe circa uno, massimo due centimetri utilizzando una rotella tagliapasta.
Gettare la
pasta in acqua bollente salata, scottarla per non più di un paio di minuti, quindi
scolarla e versarla nella casseruola con il cavolo nero. Aggiungere ancora un
mescolo di brodo e portare a termine la cottura.
Dividere la
pasta e il condimento in quattro piatti e cospargere generosamente con pecorino
grattugiato.