La brioche è una preparazione-base. Il nome è francese,
anche se è diffusa ovunque, e indica una preparazione soffice, lievitata,
leggera; fatta di farina, uova, burro e latte. Il sapore non è per forza dolce,
anzi, anche quando lo si mette, lo zucchero è poco affinché possa andar d’accordo
un po’ con tutto: dalla marmellata al formaggio, dal miele al pâté de foie gras.
La pasta brioche, nelle varie forme che assume – a panino,
tonda, grande o piccola, alta e scanalata o bassa e arrotolata – e nelle varie
versioni – con uvetta, miele o vaniglia, con zucchero o meno – esiste molto
probabilmente da centinaia d’anni, ma tra i primi a “codificarla” fu Alexandre Dumas,
grande scrittore del XIX secolo e altrettanto famoso gourmet, indagandone nel
frattempo il nome. Le ipotesi sono diverse: forse deriverebbe dal nome del
formaggio brie, perché in origine
avrebbe figurato tra gli ingredienti; oppure potrebbe essere mutuato dal nome
della località di Saint Brieuc, in Bretagna, famosa per il buon burro (per un
ulteriore approfondimento è bello leggere
il Guarnaschelli Gotti)
Quale che sia l’origine del nome il punto è che ciò che
rende la brioche veramente soffice non è solo la lievitazione e la lavorazione
accurata, che prevede varie fasi; non è solo il burro che dev’essere freschissimo
e di ottima qualità, ma anche anche l’uso di una farina di grano tenero molto
fine, setacciata più volte. E farina del tipo “forte”, tanto che, in genere,
nei ricettari è indicata la Manitoba, che è ricca di amidi e contiene una grande percentuale di
proteine insolubili che favoriscono la produzione di glutine migliorando così
la lievitazione.
Ma allora cosa mi è saltato in mente di fare una brioche
utilizzando la semola di grano duro invece della farina? Vabbè, presumo di non
essere la prima a provarci e, di certo, tra chi ci ha provato, non sono io ad
aver raggiunto i migliori risultati. Diciamo che ho fatto le mie prove e le mie
ricerche e alla fine ho… tagliato e cucito una ricetta casalinga che funziona.
Con lo yogurt, poco zucchero di canna, uova, burro e lievito di birra.
Non c’è altro. Il risultato non è male. La “sofficità” è
diversa, ma il sapore è ottimo. L’ho assaggiata tra le altre cose con la
gelatina di mandarini che avevo preparato in emergenza (stavano invecchiando a
vista d’occhio…) usando solo il loro succo e zucchero di canna: un abbinamento classico
che fa pensare alle colazioni in famiglia. Ma, poiché questa brioche è
pochissimo dolce e la semola ha un sapore più rustico, anche l’abbinamento con
il salato non è affatto da scartare. Secondo tradizione.
Ecco quindi la mia versione della brioche. È una ricetta
semplice, altrimenti non sarebbe alla mia portata. Chissà che ne direbbe Dumas.
450 g di semola rimacinata finissima
100 ml di latte fresco intero + 4 cucchiai
80 g di yogurt intero
80 g di zucchero di canna + 1 cucchiaino
2 uova fresche
40 g di burro + una noce + un po’
25 g di lievito di birra fresco
1 pizzico di sale
mandorle - facoltative
Intiepidire i 100 ml di latte, aggiungere lo yogurt, 40
grammi di zucchero e il lievito di birra. Mescolare finché lievito e zucchero
non sono sciolti, quindi lasciar riposare per circa mezz’ora.
Disporre la semola in una ciotola capiente.
Sciogliere i 40 grammi di burro (meglio se a bagnomaria), lasciarlo
intiepidire e poi aggiungere le uova e i restanti 40 grammi di zucchero sbattendo
leggermente con una forchetta.
Versare il composto di uova burro e zucchero e quello di
latte, zucchero, yogurt e lievito al centro della semola, aggiungere il pizzico
di sale e cominciare ad amalgamare il tutto. Usare dapprima un cucchiaio e
agire lentamente, con movimenti dal centro verso i bordi della ciotola. Quando
tutta la semola sarà “bagnata” passare alle mani, trasferendo l’impasto su un
piano di lavoro. Meglio se di marmo.
Impastare il tempo necessario per ottenere una massa liscia,
elastica e resistente. Formare una palla, ritrasferirla nella ciotola,
aggiungere la piccola noce di burro e lasciar lievitare al caldo per due o tre
ore almeno. La massa deve raddoppiare. Il burro si scioglierà nella massa non
appena verrà nuovamente lavorata.
Appoggiare la pasta sul piano di lavoro solo leggermente
cosparso di semola; modellare un salsicciotto lungo una cinquantina di
centimetri, disporlo verticalmente sul piano, quindi arrotolare l’estremità più
lontana e tirare leggermente, arrotolare e tirare, arrotolare e tirare…
Riprendere la pasta, riformare il salsicciotto e ripetere
l’operazione per una decina di volte. Dopo la terza e la settima volta sbatterla
sul piano di lavoro con una certa forza.
A questo punto imburrare abbondantemente una tortiera
leggera rotonda di circa 23 centimetri di diametro.
Formare un ultimo salsicciotto, lungo circa il doppio dei
precedenti e arrotolarlo nella tortiera partendo dal centro. Lasciar lievitare
senza coprire per almeno un’ora.
Accendere il forno
non-ventilato per portarlo alla temperatura di 180°.
Sciogliere il cucchiaino di zucchero di canna nei 4 cucchiai di latte leggermente intiepiditi e spennellare la superficie della brioche. Aggiungere in questo momento le eventuali mandorle decorative.
Sciogliere il cucchiaino di zucchero di canna nei 4 cucchiai di latte leggermente intiepiditi e spennellare la superficie della brioche. Aggiungere in questo momento le eventuali mandorle decorative.
Infornare la brioche sul piano centrale del forno e cuocerla
a 180° per circa 20 minuti. Abbassare la temperatura del forno a 160° e cuocere
altri 10 minuti.
Spegnere il forno, aprire leggermente lo sportello.
Attendere un pochino prima di estrarre la brioche, poi toglierla dallo stampo e
lasciarla raffreddare su una griglia.