L'idea mi frullava in testa da un po'.
Da Pasqua, quando per la prima volta mi sono cimentata nella preparazione della pasta violata e, di conseguenza, delle ricottelle.
O meglio: da quando qualcuno, arrivato alla quarta (o alla quinta) ricottella, ha detto la fatidica frase ci starebbe bene un velo della tua marmellata di mandarini, qui sopra.
La mia marmellata di mandarini è molto speziata: si sentono lo zenzero e pure il cardamomo verde (quest'anno l'ho aggiunto in abbondanza) e quindi unirla alle tradizionali ricottelle è certamente un azzardo.
Ma la mia cucina è fatta di contaminazioni, quindi sono passata dal solito negozietto del centro storico e ho preso dell'ottima ricotta, poi ho studiato un po' la proporzione degli ingredienti e, infine, ho prodotto i miei dolcetti "contaminati".
Buoni, devo dire. Ovviamente smetto subito di chiamarli "ricottelle", perché non lo sono più; d'ora in poi saranno "tortine".
200 g di semola di grano duro Cappelli rimacinata
40 g di strutto
acqua q.b.
400 g di ricotta di pecora
2 tuorli
2 cucchiai di zucchero di canna grezzo
4 cucchiai della mia marmellata di mandarini (ma potete usare la vostra preferita)
1 cucchiaio scarso di farina
ancora un po' di strutto
Vi ho indicato così le quantità, ma ovviamente tutto dipende da quante tortine volete (o dovete) fare e dalla loro misura. Io ho utilizzato due di quelle teglie con 12 alloggi multipli che si usano per i muffin. Il diametro delle tortine è di circa 6 centimetri e ne ho ottenute 24.
Setacciare la semola e disporla a fontana sul piano di lavoro, aggiungere lo strutto a temperatura ambiente, quindi unire acqua lavorando molto delicatamente dapprima con una forchetta, poi con le mani. Impastare con energia, ma in modo ritmico e fluido fino a ottenere una pasta molto molto liscia e molto molto elastica (la pasta violata è la base per un'infinità di dolci diversi, qui sull'isola; se volete leggere qualcosa di più al riguardo potete dare un'occhiata qui).
Formare una palla con la pasta e avvolgerla in pellicola per alimenti e tenerla da parte.
Setacciare la ricotta (io ho usato quella di pecora, ma se preferite quella di vacca va bene ugualmente). Montare due tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso, unire la farina setacciata, aggiungere la marmellata e, per ultima, la ricotta.
Lavorare (ma non troppo) con la spatola di silicone e lasciar riposare.
Accendere il forno e portarlo a 200°, ungere con pochissimo strutto gli stampini.
Riprendere la pasta e dividerla in 8 parti. Passare ogni pezzo di pasta nella macchinetta tirasfoglia, assottigliandola man mano. La striscia di pasta non deve essere troppo larga, ma deve essere molto liscia e piuttosto sottile anche se non trasparente.
Tagliare la pasta con un coltello, una rotella o un tagliapasta rotondo, in misura tale che gli stampini siano completamente foderati. Sistemare ogni forma ottenuta in modo che aderisca bene.
Versare un cucchiaio abbondante di crema di ricotta in ogni guscio di pasta, livellare e infornare subito.
Cuocere per circa 12 minuti: la pasta violata non deve scurirsi, ma solo colorarsi lievemente, quindi... tenete d'occhio il forno!
Spegnere il forno, aprire lo sportello, attendere qualche minuto. Estrarre le teglie e far scivolare fuori i dolcetti, che bisognerà far raffreddare sull'apposita griglia.
Consiglio di mangiarli ben freddi. Il giorno dopo (a patto di averli conservati avvolti in un canovaccio) sono anche migliori.