Ostriche e bollicine... sì, ma tutto made in Italy!








Sardegna nord-orientale. Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo; ovvero 15mila ettari di mare e territori costieri compresi nei comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro. Inutile dire che il posto è splendido e merita una visita senza se e senza ma. 
In più posso dirvi che il Comune di San Teodoro ha recentemente acquisito l'area umida chiamata Stagno di San Teodoro, inserita nell’elenco delle zone speciali di conservazione dei siti di importanza comunitari (Sic) in quanto è un prezioso ecosistema che ospita un grande patrimonio biologico di flora e fauna. 

Qui, proprio tra le tante specie endemiche di uccelli, pesci e piante, ha sede la Compagnia Ostricola Mediterranea
Ostricola è l'unica azienda in Italia che si occupa in via esclusiva dell'allevamento di ostriche su una superficie di tre ettari. Si tratta di una cooperativa che dà lavoro a sei addetti e che opera utilizzando un impianto innovativo, che non provoca danni al delicato equilibrio di una zona naturale così preziosa e assicura un "raccolto" eccellente.

Le ostriche giungono a San Teodoro dalla Francia sotto forma di "piccole lenticchie brune", come ci ha spiegato Alessandro Gorla di Ostricola, e lì si sistemano in circa 80 centimetri d'acqua in strutture galleggianti, cominciano a filtrare l'acqua e crescono in modo regolare e rapido, polpose e… felici (sarà felice un'ostrica?) per 12/18 mesi. 
Durante questo periodo vengono estratte e risistemate nell'acqua in posizioni diverse, per far sì che il loro guscio cresca armonicamente (anche l'occhio vuole la sua parte) e che il rapporto polpa/madreperla sia ottimale. Dopo circa 14 mesi sono già pronte per essere degustate. 

Il sapore è particolarmente dolce e armonico; come il mare della Sardegna, vien da dire. Anche perché le ostriche non vengono nutrite come è necessario fare con i pesci d'allevamento e nemmeno vengono loro somministrati medicinali. Le ostriche filtrano l'acqua e si nutrono autonomamente. Nel 2012 Ostricola ha commercializzato 20 tonnellate di molluschi. Tantissime! sì, ma ancora molto meno di quanto richieda il mercato: i margini di espansione sono grandi. 



 





Ora trasferiamoci in un altro dei più luoghi più affascinanti della Sardegna: i Bastioni di Alghero (Sassari). Domenica mattina di primavera: presso il Movida, locale affacciato sul porto della città catalana, alcuni esperti del settore, giornalisti e responsabili della cooperativa si ritrovano seduti ai tavolini eleganti, oggetto della curiosità dei turisti. 
Si parla seriamente di ostriche dal punto di vista biologico, tecnico e salutistico e si degustano i freschissimi e profumati molluschi accompagnati da vini eccellenti. 





Eh, sì, perché è impossibile, secondo me, anche solo pensare un crudo di mare senza un degno vino che l'accompagni! E quindi facciamo ancora un salto ideale in un altro meraviglioso luogo dell'isola: le campagne di Sant'Anna Arresi, nel profondo sud, in provincia di Carbonia-Iglesias. 
Qui c'è Cantina Mesa - una tra le tante eccellenze sarde - e la combinazione con le ostriche di San Teodoro che ci ha proposto domenica è stata con il suo Opale (Vermentino di Sardegna in purezza) e il suo GioiaMia (Vermentino e Chardonnay), uno spumante sardo ottenuto con metodo classico.
Questi vini hanno in più - inutile negarlo - l'irresistibile charme dell'etichetta. Le etichette di Mesa sono infatti frutto del gusto di un maestro come Gavino Sanna, il quale, con la sua famiglia, possiede Cantina Mesa: 5mila metri quadrati di cantina armonicamente inserita in 70 ettari di vigneti.





Gavino Sanna, Pasquale Porcu e Michela Bellofiore








E non poteva mancare un "imbucato", che, piccolo e simpatico, si è dimostrato mooooolto interessato all'argomento.




Per ulteriori informazioni scrivetemi a orataspensierata@tiscali.it

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