Biscotti panna, vaniglia e nocciole

 

Non sono mai stata una grande intenditrice di tè, ma l’ho bevuto, senza troppo entusiasmo, per tutta la vita adulta; quante volte mi sarà uscito un yes, please di pura cortesia alla fatidica would you like a cup of tea? rimediando il più delle volte una terribile ciofeca? 

 

Per un certo numero di anni ho infuso, utilizzando una delle teiere della mia collezione, esclusivamente tè Darjeeling (indiano) nella versione “tè nero semplice”, non in quella ossidata. Mi perdonino i cultori per il linguaggio approssimativo… Comunque, in seguito ne ho perso un po’ il gusto e ho quasi completamente smesso di berlo, fino a che non ho scoperto il tè Oolong! Una rivelazione. 

 


Il tè Oolong viene anche chiamato “tè blu”; proviene dalla Cina o da Taiwan ed è particolarmente pregiato. Le foglie vengono sottoposte a un processo di essicazione e ossidazione naturale, trattate poi con una fonte di vapore caldo per essere infine arrotolate a mano. E questo in generale; poi alcune varietà vengono leggermente affumicate, altre tostate, altre subiscono più volte trattamenti termici. Le più rinomate sono circa una ventina - che coprono un enorme range di prezzi - e, se a Taiwan, allora Formosa, la coltivazione di tè iniziò solo nel XVIII secolo, sui monti della regione del Fujian, nel sud-est, della Cina la tradizione di questo particolare tipo di tè è millenaria. 

 

Il tè Oolong si utilizza sempre sfuso (non credo ne esistano bustine già pronte) perché a contatto con l’acqua calda le foglie, che, da secche, appaiono come granelli e palline di color grigioblu con sfumature verdi… riprendono la loro forma e dimensione originale e fluttuano nell’acqua rilasciando tutto il loro profumo e un gusto leggero, fruttato. Le foglie possono essere usate due o tre volte nel corso della giornata per seconde o terze tazze di tè. E non è un modo per risparmiare, eh! È una ben consolidata tradizione. 

 

Tutto questo per dire che, ogni tanto, con il mio tè Oolong del pomeriggio ci vorrei dei biscotti, soprattutto in inverno, quando tanto ormai fuori è buio, Giovedì e io abbiamo fatto la nostra camminata e l’unica cosa che vogliamo è rintanarci in cucina. Biscotti semplici. E mi tocca farmeli in casa. Lo so, lo, mi sembra di sentire la mia amica Paola: “guarda che ce ne sono di buoni anche in negozio”. Sicuramente è vero, ma, visto che la voglia mi viene non più di quattro, cinque volte l’anno, continuo a farmeli in casa. Questi qui sono alle nocciole, panna e vaniglia. In pratica ci ho messo tutto quello che mi piace, escluso il cioccolato che con il tè no, proprio no.

 

Per un tot di biscotti secondo la forma che scegliete (rettangolari circa 30)

 

225 g di farina di grano tenero tipo 0

120 g di burro fresco

70 g di zucchero di canna

50 g di amido di mais

25 g di farina di nocciole

1 uovo

4 cucchiai di panna fresca

5 g di lievito per dolci

¼ di bacca di vaniglia

1 pizzicone di sale

 

semi di sesamo - facoltativi

 


Togliete il burro da frigorifero con un certo anticipo. Lasciatelo ammorbidire un po’ e intanto pesate e preparate tutti gli altri ingredienti.

 

Passate lo zucchero al mixer e, azionandolo a scatti, ricavatene uno zucchero-di-canna-a-velo.

 

Setacciate la farina insieme all’amido di mais e al lievito.

 

Battete l’uovo in una ciotolina con la panna, il pizzicone di sale e l’interno del pezzetto di bacca di vaniglia (apritela con un coltellino e raschiate il contenuto).

 

Ora riprendete il burro e lavoratelo in una ciotola con lo zucchero usando una marisa di silicone finché non avrete un composto della consistenza di una pomata. Aggiungete il battuto di uova e panna e mescolate bene fino a che non sia assorbito.

 

Aggiungete ora la farina poco per volta, ri-setacciandola. Il composto inizierà a prendere consistenza. Per ultima unite la farina di nocciole. 

 

Per farina di nocciole si intende, come per quella di mandorle, semplicemente i frutti tritati fino ad avere una sorta di “farina”. Se la fate in casa sgusciate le nocciole, stendete su un foglio di cartaforno e tostatele sulla griglia del forno ben caldo a mezza altezza per pochi minuti. Quindi estraetele, pulitele strofinandole con un canovaccio per eliminare il più possibile della pellicina, lasciatele raffreddare completamente, infine passatele al mixer, azionandolo a scatti e aggiungendo un pizzico di zucchero.

 

Lavorate ora con le mani fino a formare una palla di impasto liscio e compatto. Lasciatelo riposare in frigorifero per almeno tre ore, o, meglio ancora, per tutta la notte.

 

Togliete l’impasto dal frigo, sistematelo al centro di un grande foglio di cartaforno e lasciatelo riambientare una mezzoretta, intanto accendete il forno e portatelo a 170° e rivestite una placca forata di cartaforno. Stendetelo con il matterello leggermente infarinato allo spessore di 6, 8 millimetri. Ritagliate i biscotti con la forma preferita. Io ho scelto un comune rettangolo per comodità: in questo modo ho cotto tutti i biscotti con una sola infornata. 

 

Dopo aver ritagliato i biscotti, recuperate i ritagli di pasta, manipolatela velocemente e poi ristendetela con il matterello e procedete a ritagliare altri biscotti. Mi raccomando: avanzi zero. 

 

Se avete deciso di usarli, questo è il momento di cospargere i vostri biscotti (tutti, metà, un quarto…) con i semi di sesamo. Fateli aderire pressando dolcemente con i polpastrelli.

 


Disponete i biscotti sulla placca rivestita di cartaforno, sistemate quest’ultima sul ripiano centrale e cuocete a 170° per 15 minuti al massimo. Controllate a vista il grado di doratura della superficie.

 

Spegnete il forno, aprite parzialmente lo sportello e fate riposare i biscotti un quarto d’ora, poi sfornateli e preparate il tè. 

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