Un dessert
semplicissimo per concludere una serata la cui unica voce sul menù è stata: fainè
sassarese*. Un piatto tipico della gastronomia cittadina, che ci fa capire che è
che è arrivata la "stagione fredda" (anche se non sembra)!
Per quattro
porzioni:
150 g di
castagne già cotte al forno (al netto di buccia e pellicine)
1 cucchiaio
di zucchero di canna
½ bicchiere
di latte
2 cucchiai
di panna
4 tuorli
100 g di
zucchero di canna
30 g di
farina 00
Come dicevo
in post precedente, qualche giorno fa ho cotto al forno un chilo di castagne,
le ho poi sbucciate e ho tolto per bene tutte le pellicine e le ho conservate
in un contenitore ermetico per utilizzarle in alcune ricette.
Ne ho
utilizzato una parte per questo dolce.
Sminuzzare
le castagne, metterle in un pentolino, aggiungere un cucchiaio scarso di
zucchero, mescolare e quindi ricoprire con il latte (più o meno mezzo
bicchiere). Mettere sul fornello e, mantenendo il fuoco al minimo, far
assorbire completamente il latte.
Far
raffreddare per qualche minuto, quindi frullare le castagne con due cucchiai di
panna. Tenere da parte.
Preparare
la crema pasticciera classica. Scaldare il latte. In una piccola pentola dal
fondo spesso sbattere i tuorli d’uovo con lo zucchero; quando saranno ben
spumosi e chiari aggiungere la farina setacciata. Mescolare bene, quindi unire
a filo il latte bollente e mescolare benissimo.
Mettere la
pentolina sul fornello e, a fiamma dolcissima, far addensare la crema senza
smettere di mescolare.
Allontanare
dal fuoco, aggiungere la crema di castagne e amalgamare bene mescolando fino a
che la crema non si sarà quasi raffreddata.
Versarla poi in ciotoline
individuali e far raffreddare completamente. Se preparata con largo anticipo,
meglio conservarla in frigorifero ed estrarla circa un’ora prima di servirla.
Non va gustata fredda, ma a temperatura ambiente.
* Parente
strettissima della farinata genovese, gli ingredienti dalla fainè sono farina
di ceci, acqua, olio, sale. Il miscuglio viene fatto riposare per molte ore,
quindi versato in teglie molto basse di dimensione variabile a seconda della bottega
e cotto in forno a legna. Rigorosamente! Altrimenti non è buona. All’impasto di
base alcuni aggiungono cipolle bianche (la versione più gettonata), ma anche
funghi antunna, salsiccia, acciughe. Altra prescrizione di rigore: la fainè (bollente)
si mangia con le mani dopo averla cosparsa con abbondante pepe. Bandite le
forchette e i coltelli non servono, perché viene servita già tagliata a grossi
rombi. L’unico modo per scampare all’aroma (ottimo, ma drammaticamente
persistente) che assumono gli abiti e persino la biancheria dopo una serata
“alla fainè” è ordinarla e portarsela a casa: ogni bottega in città ha infatti
un servizio di asporto e molte anche di consegna a domicilio.
http://www.treccani.it/vocabolario/pasticciere/
http://www.treccani.it/vocabolario/pasticciere/
Ma al posto della panna, che non amo e non tollero, cosa potrei usare?
RispondiEliminaCiao, Marta!
RispondiEliminaTi direi di sostituire la panna con dello yogurt molto cremoso dopo averlo leggermente zuccherato. Aggiungilo alle castagne, ma poi aspetta a mescolare il tutto con la crema pasticciera che quest'ultima si sia raffreddata.
Ovviamente, sempre che tu non abbia problemi di intolleranza anche con lo yogurt! In effetti, se di intolleranza si tratta, la crema stessa dovrebbe essere preparata con latte senza lattosio e, non avendoci mai provato, non posso garantire il risultato.