Cristina
(amica e “complice” in questo genere di avventure nonché generosissima padrona
di casa) e io lo scorso sabato abbiamo organizzato la presentazione in città
del lavoro di una bravissima tessitrice.
In ogni
regione d’Italia fino a non molti decenni fa si tessevano tovaglie, lenzuola,
tappeti e altra biancheria per la casa su telai azionati solo dalla forza delle
braccia e della gambe (per tacer dello sforzo cui erano sottoposti gli occhi e
le dita). Il lavoro era quasi sempre affidato alle donne e, alla produzione di
oggetti di uso quotidiano, si affiancava quella della biancheria da corredo,
impreziosita da ricami e inserti che a pieno titolo si possono considerare
“arte”.
Oggi sono
pochi i luoghi dove si conservano queste abilità e si tramandano queste tecniche.
La Sardegna è forse una felice eccezione: qui la tessitura a mano è tenuta
ancora in grandissima considerazione; in molti piccoli centri dell’isola si
trasmettono le conoscenze e gli strumenti che la tengono viva di generazione in
generazione. Le tecniche specifiche, così come i materiali (lana, lino e
cotone) sono diverse da paese a paese; i disegni e i simboli sono ancora pieni
di significato e spesso affondano le radici in tempi antichissimi.
Consiglio
vivamente a chiunque venga sull’isola di mettere in agenda la visita a qualche
laboratorio artigiano e di non perdere assolutamente il Murats (Museo Unicodell’Arte Tessile Sarda), che si trova a Samugheo, in provincia di Oristano.
Qui, affidandosi a delle bravissime guide, si possono scoprire tante cose
interessanti sulla tessitura, sui materiali, sui metodi e sui simboli.
E proprio
da Samugheo viene Elena, tessitrice e cara amica, che ha portato un po’ della
sua arte da noi. La giornata si è rivelata come la prima di un autunno che non si
era ancora deciso a cominciare... e quindi pioveva, c’era vento e la
temperatura era in picchiata: tutto come da previsioni meteo, una volta tanto.
Il minimo
che potessi fare era rifocillare chi si è unito a noi con biscottini e
salatini. Vi metto qui di seguito le ricette per le quali ho trovato spunto in rete, ma che ho un po' personalizzato. Sono tre, ma non spaventatevi: se vi organizzate bene e provvedete a preparare tutti gli ingredienti in modo da averli a portata di mano evitando così i "tempi morti", vi assicuro che sarà tutto pronto in circa due ore.
1. Biscottini
alle mandorle e pistacchi.
Per 40
biscotti
300 g di
farina di mandorle
300 g di
zucchero bianco semolato*
3 albumi
30 g di
curcuma in polvere
acqua di
fiori d’arancio
40
pistacchi al naturale
Scaldare il
forno e portarlo a 200° (modalità ventilato). Rivestire da carta da forno la placca e una seconda
placca o tortiera dai bordi bassi.
Setacciare
la farina di mandorle (se avete un macinino molto potente fatevela da soli con
le mandorle intere e spellate) insieme allo zucchero.
Sbattere
gli albumi con una forchetta (conservare i tuorli per altre preparazioni) e
aggiungere la curcuma. Mescolare bene in modo che si sciolga perfettamente.
Unire gli
albumi al mix di mandorle e zucchero e lavorare con una spatola per amalgamare
bene.
Prelevare di
volta in volta una piccola quantità di impasto con un cucchiaino da tè e con un
secondo cucchiaino formare delle quenelle
(gnocchetti ovali... qualcosa di simile a un pallone da rugby) e sistemarle sulla placca del forno a una certa distanza
l’una dall’altra. Esaurire tutto l’impasto.
Diluire una
decina di gocce di acqua di fiori d’arancio in una piccola ciotola piena
d’acqua, bagnarsi man mano la punta delle dita e lisciare delicatamente la
superficie di ogni “gnocchetto” appiattendolo un po’. Infine sistemare un
pistacchio su ogni biscotto premendo delicatamente.
Cuocere a
200° per non più di 8 minuti. I biscotti si coloriranno solo un po’. Estrarli
dal forno, attendere alcuni minuti, poi trasferirli a raffreddare su una
griglia aiutandosi con una piccola spatola. Devono rimanere morbidi. Si
conservano in una scatola ermetica per qualche giorno.
*per un
risultato più fine si può utilizzare dello zucchero a velo
2. Biscottini
all’olio d’oliva e cioccolato
Per circa
45 biscotti
200 g di
farina di grano khorasan (commercialmente Kamut)
70 g di olio extravergine di oliva
1 tuorlo
1 cucchiaio di latte
½ baccello di vaniglia
1 cucchiaino da caffè di lievito per dolci
1 pizzico di sale
+
15 g di olio extravergine di oliva
80 g di cioccolato da copertura
Accendere il forno e portarlo a 200° (modalità ventilato). Rivestire la placca con carta da
forno.
In una ciotola setacciare la farina insieme al lievito in polvere.
In una scodellina mescolare bene l’olio, il tuorlo (recuperato dalla
precedente ricetta), il latte, il pizzico di sale e il contenuto di mezzo
baccello di vaniglia prelevato con un coltellino.
Versare gli ingredienti liquidi nella farina e mescolare dapprima con
una forchetta, poi impastare con le mani. Ricavare tante piccole palline e
sistemarle sulla placca a una certa distanza l’una dall’altra.
Quando saranno tutte pronte praticare un piccolo incavo in ognuna con
il pollice schiacciandole leggermente (nell’incavo andrà versato il cioccolato fuso).
Cuocere per 18 minuti. I biscotti non si coloriranno troppo.
Estrarre la placca dal forno e sistemarla in un punto fresco della
cucina, senza spostare i biscotti.
In un pentolino sciogliere il cioccolato con l’olio mescolando con una
piccola spatola. Appena fuso utilizzare un cucchiaino da caffè per versarne una
piccola quantità nell’incavo di ogni biscotto. Con quello che avanzerà
“sporcare” i biscotti in modo irregolare. Lasciar solidificare.
Sono molto delicati: se non si consumano entro poche ore, chiuderli in
un contenitore ermetico.
3. Salatini con pomodoro secco e pecorino
Per circa 50 salatini
250 g di farina
di grano khorasan (commercialmente Kamut)
60 g di pecorino semistagionato grattugiato
40 g di latte intero
40 g di olio extravergine di oliva
3 pomodori secchi
un mazzetto di prezzemolo ed erba cipollina freschi
Accendere il forno e portarlo a 180° (modalità ventilato). Rivestire con la carta forno la
placca e una seconda placca o una tortiera grande dai bordi bassi.
Setacciare la farina in una ciotola e poi formare una fontana.
In una ciotolina mescolare il latte con l’olio.
Tritare finemente le erbe. Lavare via il sale dai pomodori secchi, asciugarli
e tritarli con la mezzaluna. Unire il trito sia di erbe, sia di pomodori al
composto di olio e latte e mescolare.
Unire il formaggio alla farina, aggiungere il composto con l’olio e
lavorare da subito con le mani.
Quando sarà tutto ben amalgamato e l’impasto sarà liscio, prelevare con
le mani una piccola quantità per volta e formare delle palline o dei piccoli
cilindri. Adagiarli sulle placche.
Quando saranno tutti pronti decorarli passando velocemente su ognuno
una rotella tagliapasta, oppure praticare un piccolo taglietto con la punta di
un coltello: lo scopo è quello di dare a ogni salatino l’aspetto di un piccolo
pane.
Cuocere per 12, massimo 14 minuti. Estrarre i salatini e, dopo alcuni
minuti, trasferirli su una griglia perché si raffreddino più velocemente.
Una volta ben freddi si possono conservare in una scatola ermetica per
un paio di giorni.
Un pomeriggio piacevolissimo dove tra le coccole gentili della padrona di casa ho potuto deliziarmi dell'arte tessile , dell'arte culinaria e per dirla tutta anche letteraria. I tuoi post sono davvero affascinanti e la tua passione culinaria contaggiosa. Nel descrivere le ricette sei semplice e piacevole. Continueró a seguirti. Complimenti a te, a Cristina e ad Elena.
RispondiEliminaGrazie Miriam! Sei molto gentile! Mi fa molto piacere che tu ti sia trovata bene e che ti stia appassionando alla lettura del mio blog. Spero di continuare a contarti a lungo tra i miei lettori :-)
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