Di carne di
pecora questo blog è pieno. E non è difficile da capire considerato che non
sono vegetariana e vivo su un’isola la cui popolazione ovina eccede ampiamente quella
umana: il Censimento Generale dell’Agricoltura del 2010 parla di oltre 3milioni
di capi contro 1milione e 600mila umani!
Dunque la
pecora rientra nella mia dieta e in quella della famiglia. Non solo; capita -
nemmeno tanto raramente - di riceverla in regalo come segno di stima, come
ringraziamento per un piccolo favore fatto, per puro spirito di condivisione.
Così è accaduto anche questa volta: mi sono ritrovata una borsa frigo piena di
carne sul sedile dell’auto.
Carne di
pecora (mista: ovvero non solo polpa)
fagioli
bianchi*
aglio
cipolla
bionda
pomodori
secchi
capperi
di Selargius sotto sale
olio
extravergine di oliva
peperoncino
secco sminuzzato
vino bianco
Vermentino (o similare)
brodo
vegetale
Per prima
cosa dissalare con cura i capperi, lasciandoli anche a bagno in acqua tiepida (da
cambiare più volte) con un po’ di aceto bianco.
Precuocere
per circa mezz’ora i fagioli in acqua, senza aggiungere sale.
Affettare
sottilissima la cipolla e tritare l’aglio; sciacquare i pomodori secchi e sminuzzarli.
Gettare il tutto in abbondante olio in una casseruola dal fondo spesso e, dopo
una veloce rosolatura, far appassire bagnando con il vino.
Quando la
cipolla sarà trasparente e il sughetto sarà di un bel colore rosso, recuperare
aglio, cipolla e pomodori e tenerli da parte. Alzare il fuoco e sistemare i
pezzi di carne nella casseruola e farli ben rosolare nell’olio aromatizzato rigirandoli
da ogni parte.
Bagnare con
un altro po’ di vino, aggiungere il soffritto conservato, unire i capperi e far
cuocere lentamente, aggiungendo di tanto in tanto un po’ di brodo vegetale, per
circa 20 minuti.
A questo
punto unire il peperoncino e i fagioli già semi-cotti e lasciar cuocere (sempre
bagnando con poco brodo per volta) per circa 40 minuti.
La ricetta
non prevede sale: bastano i capperi e i pomodori secchi.
* potete
utilizzare dei cannellini di buona qualità: io ho usato dei fagioli di una
varietà sarda diffusa in alcuni paesi del nuorese
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