Tutto parte
da una nuova padella che ho acquistato qualche giorno fa. Una specie di wok; una
padella larga con il fondo concavo, di pietra lavica, con due piccoli manici e
un bel coperchio di vetro trasparente. La sto collaudando per i più svariati
usi. Ci ho fritto i fiori di zucca in pastella, pochi per volta, in olio che,
automaticamente, è risultato più profondo in virtù del fondo concavo; ci ho
fatto il poached salmon e meditavo di
farci il risotto. Poi ho pensato di sperimentare la “risottatura dei
malloreddus”.
Per 2
persone:
140 g di
gnocchetti di medie dimensioni di fattura artigianale
½ melanzana
(o una intera non grande)
50 g di
ricotta mustia*
1 spicchio
d’aglio nuovo
timo fresco
olio
extravergine di oliva
Mondare la melanzana
e tagliarla in tocchetti piccoli. Schiacciare lo spicchio d’aglio sbucciato,
grattugiare la ricotta mustia. Pulire le foglioline di timo fresco e tenere
tutto a portata di mano.
In un
pentolino scaldare un paio di cucchiai di olio, aggiungere l’aglio e poi le
melanzane. Far stufare aggiungendo acqua solo se occorre, quindi frullare (o
passare con il passaverdura) e tenere da parte.
Riscaldare
dell’acqua leggermente salata.
Scaldare
due cucchiai di olio nella padella tipo wok, aggiungere la pasta, farla
scaldare rimestandola continuamente con un cucchiaio di legno e poi aggiungere due
mestoli di acqua bollente. Mescolare e proseguire così la cottura della
pasta fino a che non sia molto al dente. A quel punto aggiungere il passato di
melanzane e il timo fresco e portare a cottura.
Allontanare
dal fuoco, aggiungere la ricotta mustia e mantecare aggiungendo un filo d’olio
extravergine di oliva.
Poiché la
ricotta è molto saporita non si dovrebbe aggiungere sale, né pepe.
Servire
immediatamente.
* La ricotta
mustia è una ricotta
di siero di latte di pecora di razza sarda affumicata con essenze tipiche della
macchia mediterranea, quindi salata e fatta stagionare per un periodo che va da
pochi giorni a un paio di mesi, nel qual caso è adatta anche per esser
grattugiata. È un “Prodotto tradizionale della Sardegna”.
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