Le mie tortille

 

In questi giorni, non so dire perché, mi sono riletta praticamente tutto d’un fiato i numerosi romanzi di Manuel Vásquez Montalbán con protagonista Pepe Carvalho. Anzi lo so perché: avevo bisogno di letteratura. Letteratura vera, ma senza il peso dell’accademia. E, mio personale parere, Vásquez Montalbán riesce a fare letteratura anche narrando semplicemente di un investigatore privato sui generis in una Spagna – quella dagli anni ‘70 fino al ’92, anno delle Olimpiadi – ancora giovane, ancora non del tutto libera e ancora tanto politicamente scorretta. Come noto Carvalho è un gourmet e anche un gran cuoco sempre in bilico tra la voglia di tradizione e la creatività sfrenata, ma mai derogante sul fronte della qualità degli ingredienti. In oltre venti libri Pepe si compera una volta una camicia, ma fa la spesa almeno duecento volte. Un motivo ci sarà.

 

Ispirata da Pepe e dalla sua Barcellona in evoluzione, ho cucinato una tortilla di patate. Una cosa così semplice e famigliare che, come ovvio, ognuno ha la propria ricetta. L’unico denominatore comune è che le patate sono a fette, non a cubetti, e che non devono cuocere nell’uovo.

 

Per 6 persone (o 12 come antipasto)

 

1 kg circa di patate

10 uova

olio

sale

pepe

erbe fresche (io timo, salvia, maggiorana e basilico, ma d’inverno va bene anche il rosmarino)

 


Sbucciare le patate e affettarle non troppo sottili con una mandolina (o a mano se siete molto abili con il coltello e avete pazienza) tuffandole via in una ciotola piena di acqua fredda.

 

Sbattere le uova con un po’ di sale e pepe. Sbattere con la forchetta, senza usare fruste o strumenti elettrici.

 

In una padella molto larga e molto bassa far scaldare abbondante olio extravergine di oliva e, al momento opportuno, gettarvi un paio di manciate di fette di patate non prima di averle ben scolate e asciugate con uno strofinaccio. Lasciare le altre a bagno. Le patate devono essere cotte, leggermente dorate e assolutamente intatte, non rotte o sfatte, quindi siate delicati e non mescolatele con nessun strumento, ma fatele solo saltare con quegli abili movimenti di polso che sapete (io prendo il manico della padella con entrambe le mani, perché ho polsi poco affidabili). Quando sono pronte stenderle su carta da cucina.

 

Procedere così, via via aggiungendo altro olio in padella e attendendo che si scaldi prima di gettare altre fette, fino a cuocere tutte le patate.

 

Accendere il forno e portarlo a 200°.

 

Ungere generosamente una teglia rettangolare se poi volete tagliare la tortilla in quadrati da servire come antipasto/aperitivo, o tonda se volete poi tagliarla a fette e servirla come piatto forte. L’importante è che la teglia sia grande il giusto da consentire almeno tre strati di fette di patata.

 

Stendere le patate in strati, soprapponendo le fette solo leggermente e riempiendo bene tutta la teglia.

 

Passare le erbe fresche con la mezzaluna e ricavarne un trito non troppo fine. Aggiungerlo alle uova battute e mescolare.

 

Versare le uova sopra le patate, scuotere la teglia perché il contenuto sia uniforme e infornare. Cuocere circa 8 minuti sul ripiano centrale, 3 – 4 minuti sul fondo del forno; 3 – 4 minuti sul ripiano più alto.

 

Sfornare e lasciar intiepidire prima di tagliare e servire. Ottima anche fredda il giorno dopo (mai conservarla in frigorifero, mi raccomando!) 

 

 

 


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